- Per quanto riguarda gli agrumeti coinvolti nel progetto gestito dalla cooperativa ARIA, la stagione era partita bene: le arance consegnate nei mesi di novembre e dicembre sono state buone, seppur con un quantitativo di succo leggermente inferiore rispetto agli anni precedenti. La gelata del mese di gennaio ha portato al distacco della buccia, soprattutto nel caso della qualità tarocco, con la conseguenza di rendere alcune arance estremamente morbide e di interrompere la maturazione di altre che sono rimaste troppo asciutte. Le difficoltà di raccolta e di trasporto, dovute alle eccezionali piogge che sono succedute alla gelata, hanno comportato una carenza nella qualità delle cassette di arance tarocco. Il produttore lucano Diego D’Aloisio ha anche riconosciuto di aver avuto problemi nella filiera della raccolta in quanto, essendo un piccolo produttore che si occupa dell’intera pratica di raccolta e distribuzione e disponendo unicamente di poco personale dotato di contratti regolari, non ha potuto in quelle condizioni seguire con la dovuta accuratezza la raccolta e far fronte al brevissimo tempo di conservazione che ha caratterizzato il raccolto in questione. In quanto facenti parte di Gruppi di acquisto solidale, nessuno dei consumatori protagonisti di questa esperienza ha ritenuto di accettare di essere rimborsati, come offerto da D’Aloisio, anche perché il prezzo delle sue arance è stato comunque nettamente inferiore rispetto a quello delle arance biologiche certificate disponibili nei mercati. La proposta che invece pensiamo di accettare con piacere è di ricevere una nuova consegna di cassette da dieci chili di arance Washington Navel, la qualità attualmente disponibile, al prezzo di otto euro a cassetta.
- Si è poi parlato più in generale del fenomeno del progressivo innalzamento delle temperature, ben avvertibile in agricoltura. Si tratta di un fatto del quale gli operatori sono ben consapevoli, nei confronti del quale essi sono continuamente – e da sempre nella storia dell’agricoltura - chiamati ad attivare pratiche di trasformazione delle colture e forme di adattamento. In particolare, si evidenziano due principali conseguenze:
• Alcune coltivazioni non si possono più effettuare mentre altre se ne affacciano, provenienti da zone tropicali; ciò comporta relativamente poco disagio, nel caso delle produzioni dell’orto, che sono caratterizzate da maggiore elasticità per quanto riguarda i tempi di pianificazione e realizzazione, mentre le conseguenze si fanno più gravi nel caso di alberi da frutta e di olivo. In quest’ultimo caso, la produzione industriale di quest’anno ha visto ridurre di uno a dieci la provenienza italiana delle bottiglie di olio.
• Ancor più pesante, per gli agricoltori, è il problema della proliferazione di parassiti e virus, determinato dalla diminuzione del periodo freddo durante il quale, nel passato, la pianta per un buon periodo dell’anno risultava sterilizzata. La produzione biologica appare tuttavia avvantaggiata, in quanto la pianta non trattata è più robusta e si difende meglio e, inoltre, i campi dove non si utilizzano insetticidi si presentano più ricchi di etnofauna all’interno della quale è più facile che altrove individuare nuovi insetti antagonisti dei parassiti. I nostri produttori sono tutti attivi nella ricerca di tali antagonisti, grazie a collaborazioni con istituti scientifici. - I problemi di fondo del mondo agricolo, nonostante molti sforzi anche virtuosi di responsabilizzazione e consapevolezza, sono comunque costituiti dall’abbandono del territorio e dall’obbligo, imposto dal mercato, di mantenere i prezzi del cibo molto più bassi del dovuto. Un calcolo onesto e responsabile del costo del prodotto ortofrutticolo, comprendente tutta la filiera con garanzia di qualità ed eticità dei rapporti di lavoro, comporta un totale di circa tre euro al chilo in media. Tale cifra non è proponibile perché non concorrenziale, di conseguenza gli agricoltori “virtuosi” risultano necessariamente penalizzati nei confronti della loro dignità professionale e, nello stesso tempo, il mondo delle campagne è sottoposto a pratiche palesemente vergognose per quanto riguarda sia gli addetti sia i processi di lavorazione.
Cari tutti, per consolidare le nostre conoscenze in materia agricola e i rapporti di fiducia con i produttori del GAS, abbiamo avuto il piacere di un bel confronto con Claudio Caramadre, Federica Rosato e Augusto Spagnoli, tre “pilastri” della nostra esperienza di consumo critico, dai quali si ricavano sempre nozioni estremamente costruttive. In particolare, questi i punti emersi:
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Cari tutti
Le ultime arance non sono state un gran che. Purtroppo, soprattutto i tarocchi, avevano subito i danni causati da una ondata di maltempo che ha portato al Sud Italia gelo e pioggia inusuali rovinandone l'aspetto soprattutto, ma in alcuni casi, anche il sapore. Siamo consumatori consapevoli e solidali quindi non abbiamo problemi a capire le difficoltà dei produttori ai quali riserviamo la nostra fiducia ormai da tanti anni. Con questo spirito vogliamo incontrarci con alcuni di loro, per capire insieme lo scenario che si sta aprendo nella nostra agricoltura a causa dei danni provocati dal cambio climatico e dalle tante infestazioni conseguenti per proseguire insieme in un rapporto soddisfacente per tutti. GasRomaSecondo |
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Marzo 2024
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