Domenica 3 marzo, abbiamo incontrato il cioccolato. Accolti dagli ospitali ed efficienti amici della Cooperativa ARIA, abbiamo avuto l'opportunità di conoscere Sara Ongaro, socia della Cooperativa Quetzal, e di fare con lei un percorso teorico-pratico di conoscenza di questo prezioso alimento. La visita prevedeva la possibilità di partecipare a un laboratorio per imparare a fare il cioccolato e, in una ventina di persone di tutte le età, da questo abbiamo iniziato. Per prima cosa abbiamo visto, toccato e annusato la cabossa, i semi essiccati, i semi tostati, il burro di cacao, la pasta di cacao, insomma la nostra materia prima in tutti gli stadi della sua trasformazione. Preparato il cioccolato sotto la guida esperta di Sara, lo abbiamo messo negli stampini che ciascuno di noi aveva portato da casa, e siamo passati alla parte teorica, in attesa che i nostri cioccolatini si consolidassero in frigo. L'ottimo e rinomato cioccolato che la Cooperativa Quetzal produce a Modica proviene dalle coltivazioni della Comunidad de Paz, in Colombia, e della Fortaleza del Valle in Ecuador. Abbiamo visto in un video le splendide immagini dei frutti dai vivacissimi colori rosso, arancio, verde, giallo, ancora sugli alberi, nel sottobosco della foresta equatoriale, e poi i semi nella delicata fase della fermentazione e infine i semi messi ad essiccare. Abbiamo ascoltato quanto sia difficile e quale impegno richieda la corretta esecuzione di ogni fase produttiva per il rispetto di tempi tecnici tassativi, in situazioni climatiche difficili ed in assenza di strade e mezzi di trasporto. Abbiamo appreso come la produzione di cacao, la cui quotazione rientra tuttora in un particolare listino della Borsa come bene coloniale, sia stato in passato uno strumento di assoggettamento di interi popoli da parte di altri e come ancora oggi i giochi speculativi delle | borse costringano i coltivatori a cedere i loro prodotti a prezzi tutt'altro che equi. Interessante anche la storia di come si sia radicata a Modica la tradizione del cioccolato. La Contea di Modica, istituita negli ultimi anni del XIII secolo, era uno fra i più importanti e ricchi stati feudali del mezzogiorno. Gli scambi commerciali e gli intensi rapporti con le corti spagnole fecero in modo che l'uso del cacao (all'epoca consumato prevalentemente come bevanda) si diffondesse anche nella contea. Nella seconda metà dell'ottocento, grazie all'avvento della borghesia agraria, il consumo del cacao si allargò alle classi non nobiliari. Ancora oggi nelle famiglie di Modica il cioccolato si fa abitualmente nelle case. Nella cittadina sono presenti circa una cinquantina di produttori, ma solo la cooperativa Quetzal si attiene ai principi del commercio equo e solidale. Credo che tutti i presenti, in quanto membri di GAS, fossimo già in partenza convinti sostenitori del fair trade ma alla fine di questo incontro, dopo aver conosciuto un po' più da vicino le violenze che i campesinos subiscono periodicamente (inclusa la distruzione totale dei laboratori), dopo aver sentito della attività di formazione svolta dalla cooperativa Quetzal (sia diretta ai giovani nelle scuole italiane, sia attraverso l'ospitalità a giovani contadini che arrivano dalle zone di produzione), dopo aver capito in cosa si differenzia il processo produttivo industriale rispetto a quello tradizionale e soprattutto dopo aver mangiato il cioccolato fatto da noi (non ci sono aggettivi che tengano!) siamo usciti con una certezza: mai più consumeremo cioccolato industriale. Ringrazio chi ha pensato e organizzato questo incontro, spero che al più presto i prodotti della cooperativa Quetzal rientrino nel nostro paniere e che gli incontri e gli scambi con questa realtà proseguano solidalmente e felicemente. Rita Maglietta |
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Marzo 2024
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